Cosa vuol dire ansia, panico, depressione… Parole che non conosciamo Qualche tempo fa un conoscente mi ha dimostrato come le parole assumano significati vari, anche differenti da quello originario, e nel passare di anni e decenni vengano dimenticate dalle nuove generazioni. Di fronte a un pubblico di varia età ha chiesto cosa significassero “turpiloquio” e “querulo”: i più giovani laureati non avevano una chiara idea dei termini. Il rischio dell’autodiagnosi, la sicurezza dell’incontro Il ricorso alla moltitudine di informazioni reperibile in internet spesso nasce dal bisogno di comprendere un problema e trovare rassicurazione. Questa sorta di autodiagnosi rischia di aumentare l’incertezza e il senso di inadeguatezza: si aggiungono definizioni e termini, spesso sconosciuti, ma aumenta l’ansia. Rivolgersi ad un professionista in carne ed ossa permette di ottenere risposte in diretta a tutte le questioni che via via sorgono, anche se può risultare difficile fare il primo passo e affidarsi a un perfetto sconosciuto. Inoltre è bene ricordare che la diagnosi non è la cura; vale a dire che scoprire di essere “depresso” o “ansioso” non aggiunge nulla al nostro stato attuale se non in termini di conoscenza, così come scoprire di avere una gamba rotta non può bastare a farla guarire. Per questo motivo non troverete su questo sito articoli che descrivano o definiscano le patologie, ma scritti che sollevino questioni su cui è utile fermarsi a riflettere. “Ho l’esame, sono in ansia”, “Sono triste di partire” La tendenza a considerare patologico ogni stato emotivo difficile per noi o negativo per le relazioni è altra questione: non è possibile dichiararlo di per sè “sbagliato”. Nella patologia emozioni, sentimenti e comportamenti assumono durata, forza, esclusività che li rendono non più sostenibili, eppure ansia, tristezza, paura, invidia… sono espressioni umane che è normale, anzi sano, attendersi in alcune situazioni. E con le quali si può convivere, senza bisogno di un professionista, proprio perché sono anche risposte funzionali all’ambiente, cioè ci aiutano a far fronte a situazioni che incontriamo. E’ esperienza comune che, nella maggior parte dei casi, momenti anche molto difficili vengano superati autonomamente e ricordati senza strascichi traumatici se alla reazione emotiva immediata seguono processi elaborativi e di pensiero.– Marco Chiantore –
Fin qui nulla di male, la lingua è in movimento continuo, parole e modi di dire cambiano nel tempo.
Simile sorte è toccata nel secolo scorso ad alcune definizioni di ambito psicologico che ormai tutti usiamo generosamente. “Depressione”, “ansia”, “panico” sono entrate a far parte del gergo di tutti i giorni, perdendo la connotazione del disturbo, così quando ci troviamo a dover capire cosa davvero sia la depressione o l’ansia siamo disorientati.
Cosa vuol dire ansia, panico, depressione…